Breve storia dei consorzi di autorecupero ed il loro ruolo nella riqualificazione della periferia
Doriana Mastropietro
Per far comprendere in maniera chiara la funzione di recupero urbano dei consorzi nella periferia Romana bisogna partire dall’enorme crescita dell’edilizia abusiva negli anni a cavallo fra 1970/1980 e 1985/2003.
In questi anni la periferia romana ha visto crescere in modo abnorme e del tutto spontaneo interi quartieri privi di qualsiasi strumento urbanistico che ne regolasse la crescita.
Si trattava in genere di abusi di necessità di persone che avendo acquistato lotti di terreno nell’agro romano, su vincoli paesaggistici, idrogeologici ecc.. nel fine settimana costruiva quella che poi sarebbe diventata la loro casa, impegnando tutte le risorse economiche in loro possesso e oltre.
Quindi in questo quadro cresce e si sviluppa la periferia romana fuori dal raccordo anulare, in una miriade di palazzi e palazzine, senza rete fognante,illuminazione, strade asfaltate senza servizi idrici, gas ecc., in un crescendo di degrado urbano e culturale.
Nel 1977 ci sono le prime perimetrazioni, cioè si cerca di dare un riconoscimento urbanistico in grado di regolarizzare alcune situazioni. Questo strumento si chiama piano particolareggiato ed è una sorta di mini piano regolatore dove vengono stabiliti gli standard di servizi di cubature residenziali, di verde ecc.
Nel 1985 con la legge 47/85 c’è il primo condono che permette ai cittadini di iniziare il percorso di regolarizzazione dei loro immobili, i cittadini iniziano a presentare le loro domande di condono, a pagare le oblazioni che in pratica è una sanzione per estinguere il reato di abusivismo edilizio.
Anche se esiste il condono, anche se esiste lo strumento urbanistico di riconoscimento di alcune zone abusive ( P.P.), dobbiamo aspettare la prima giunta Rutelli che tira fuori dai cassetti i Piani Particolareggiati ammuffiti da tanti anni di attesa ed inizia a pubblicarli. Con la pubblicazione i cittadini possono fare ricorso e chiedere al comune il cambio di destinazione urbanistica del proprio lotto di terreno.
Nel 1996 su imput delle organizzazioni della periferia, ANACIPE, ROMA INTORNO, UNIONE BORGATE, viene approvata per la prima volta in Italia una delibera del Comune di Roma che consente ai cittadini di organizzarsi in consorzi di autorecupero e versare direttamente al consorzio ( con una serie di regole ferree a garanzia del procedimento ) gli oneri di urbanizzazione primaria ( legge Bucalossi ) che dovranno essere utilizzati per realizzare le opere di urbanizzazione primaria: fogne, illuminazione, raccolta acque chiare ed in un secondo momento le opere di urbanizzazione secondaria.
Questo è il primo esempio reale di federalismo fiscale, i cittadini che discutono, scelgono, approvano e finanziano i progetti di riqualificazione del proprio quartiere.
Grazie allo strumento delle opere a scomputo i consorzi hanno realizzato gran parte delle opere di urbanizzazione primaria riqualificando i territori e facendo diventare le vecchie borgate veri quartieri.
I consorzi in questi anni hanno rappresentato per i cittadini della periferia un punto di riferimento fondamentale, i presidenti sono ed erano una sorta di mini Sindaco a cui rivolgersi per qualsiasi problema. Grazie a questo la periferia di Roma è una forza organizzata a cui le forze politiche che governano la città devono fare riferimento per qualsiasi legge, delibera che abbia come oggetto i territori oltre il GRA.
Quali sono i nostri prossimi obiettivi? Senza dubbio continuare nel progetto di riqualificazione urbana della periferia, ma sicuramente puntiamo anche e soprattutto allo sviluppo culturale dei nostri quartieri.
Oggi nelle assemblee si parla di centri di aggregazione per giovani ed anziani, di punti verdi attrezzati, di organizzazione di eventi culturali che diano uno spessore culturale alla periferia.
Ecco perché crediamo che sia importante, portare eventi dell’estate romana nel parco di Prato fiorito ed in altri luoghi rappresentativi della rinascita e del processo di riqualificazione della periferia di Roma, che i consorzi hanno progettualmente portato avanti con caparbietà e grande senso di appartenenza al territorio.