Imparare da Borghesiana it

Workshop on Field in Public History

Mapping Borghesiana

Il secondo Workshop internazionale sulla città informale si pone in stretta relazione con le tematiche del 1° Workshop internazionale di SELF MADE CITY approfondendo la visita guidata a Valle Borghesiana.

Gli insediamenti informali, un fenomeno storico e sociale
In Italia il fenomeno delle costruzioni informali, anche se profondamente radicato nella società, è ancora definito con il termine negativo di „abusivismo“. Notiamo come i fenomeni di autocostruzione ,autorganizzazione e l‘ auto recupero del territorio vengano tuttora considerati localmente come eventi minoritari o residuali, come un mero incidente di percorso nell’ambito della storia e dell’urbanistica ufficiale; è di fondamentale importanza iniziare a superare luoghi comuni e preconcetti, per capire la realtà complessa del fenomeno storico, sociologico, antropologico e politico, che ha caratterizzato gran parte dello sviluppo italiano dal dopoguerra ad oggi.

UrbanXchange a Valle Borghesiana
La zona della Borghesiana è una zona molto estesa al limite del confine comunale compresa tra la via Casilina e la via Prenestina. Questa area è interessata da un’edificazione quasi esclusivamente „abusiva“ sviluppatasi dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri. In questa parte di città troviamo la compresenza di nuclei perimetrati zone „O“(1) e nuclei denominati „toponimi“(2). I „toponimi“ vengono concepiti a seguito dell’importante esperienza delle „opere a scomputo“ (3), essi possono essere considerati la seconda generazione di piani per le zone „ex abusive“. Questi ambiti rappresentano in gran parte la crescita dell’edilizia „abusiva“ che si è sviluppata fino al 1994, anno della seconda sanatoria. Un’importante differenza tra questi due tipi di piani di recupero urbanistico, riguarda la redazione dei piani particolareggiati, che nelle zone „O“ era di iniziativa pubblica, nei toponimi diventa di iniziativa privata, ossia promossa dagli abitanti stessi. Per gli abitanti delle zone interessate questa esperienza di autogestione è molto importante sia a livello politico che partecipativo. Non bisogna però sottovalutare il vantaggio che ne trae il Comune di Roma, che si alleggerisce in questo modo e della realizzazione e gestione delle opere. Per cui riconoscendo all’Amministrazione Comunale gli sforzi per la produzione di una legislazione innovativa nel campo della partecipazione dei cittadini , dall’altro canto non si può non avere la sensazione, di una progressiva riduzione dello stato sociale.
Notiamo come gli sforzi collettivi nella gestione quasi autonoma dello spazio abitato hanno portato a forme di coesione sociali e ad un senso di responsabilità notevole.
In queste realtà già di per sé molto complesse con problematiche e difficoltà che si stratificano da decenni, si innescano però anche le problematiche contemporanee, dando luogo ad una serie di contraddizioni, insicurezze e conflitti che non restano privi di conseguenze per gli equilibri politici locali. Attualmente questi insediamenti diventano zone abitative favorite da immigrati esteri che qui trovano abitazioni a prezzi modici rispetto a zone centrali di Roma. Questa tendenza porta senza dubbio ad una ridefinizione del concetto di appartenenza in una comunità già fortemente strutturata.
A Valle Borghesiana si trovano anche realtà più eclatanti, come la palazzina che ospita da quasi un anno immigrati in attesa delle procedure di regolarizzazione di asilo politico. «From Lampedusa to Rome», racconta spaesato uno degli stranieri „sbarcati“ in gran segreto in un palazzo alla periferia di Roma. Dal CPT di Lampedusa, sovraffollato dopo gli ultimi arrivi di immigrati, sono stati portati alla Borghesiana. (Repubblica 27 agosto 2008).

Il Workshop: partecipazione e territorio
L’attuale Workshop oltre ad approfondire il dibattito ed il confronto teorico sviluppatosi durante il primo incontro di SELF MADE CITY, propone nei giorni previsti un concreto lavoro „sul campo“ di mappatura e di raccolta di materiali. L’intento principale del nostro intervento sul territorio è quello di narrare la storia degli insediamenti „abusivi“ che insistono su questa parte di città.
Raccogliendo storie personali e collettive vorremo documentare le varie fasi insediative:
dalla nascita dei primi nuclei spontanei, alla fase di auto organizzazione e negoziazione all’interno della comunità, a quella di contrattazione politica nella fase di consolidamento, per arrivare alla fase attuale definita da forti transizioni politiche e da migrazioni transnazionali. Una straordinaria storia che dall’esperienza personale diventa storia collettiva, intrecciando le vicende politico-urbanistiche della città di Roma alle vicende globali. La nostra attenzione sarà perciò rivolta anche alle nuove forme migratorie e ai processi di esclusione ed inclusione interrogandone l‘ importanza nell’ambito della formazione di un nuovo concetto di comunità in questi quartieri con una storia molto particolare.
Questo nostro lavoro sul campo avverrà in stretta collaborazione con gli abitanti, le associazioni, i Consorzi di Autorecupero locali e con la partecipazione di teorici, artisti, architetti, sociologi, fotografi italiani ed esteri.

Scambio e confronto internazionale
Nell’ambito del nostro attuale progetto, urbanXchange intende approfondire e ampliare il rapporto di scambio tra esperienze locali, nazionali e internazionali invitando artisti, urbanisti e gruppi di base, teorici con esperienza interdisciplinare che lavorano a simili complessi tematici in un ambito europeo o extra europeo.
Il progetto costituirà la base per ulteriori scambi locali, nazionali e internazionali che prevedono presentazioni, conferenze e simposi. Il materiale elaborato confluirà in un secondo luogo nella produzione di materiale audio visivo, di una pubblicazione e di un’esposizione che raccoglierà e darà visibilità a tali esperienze di storia, auto organizzazione, di contrattazione sociale e politica. L’intento è di studiare la formazione del tessuto urbano partendo dall’attualità dell’esperienza Italiana, mettendola a confronto in un contesto internazionale.

Imparare da Borghesiana è un progetto di urbanXchange con i Consorzi di Valle Borghesiana e Ponte di Nona Pratofiorito.

Antonella Perin, Susanna Perin in collaborazione con Jochen Becker, luglio 200

(1)Zone“O“ di P.R.G. Recupero Urbanistico “ tale zona riguarda i nuclei edilizi residenziali consolidati spontaneamente sorti oggetti della variante speciale prevista dall’art.4 della L.R. n.28/80″ ( L’iter d’approvazione inizia con l’approvazione del Comune di Roma della Variante al P.R.G. nel 1978 e si completa con la delibera regionale n.4832/88)

(2) I toponimi vengono perimetrati con la Variante Generale al P.R.G adottata con la delibera del C.C. n.92/97 denominata „Piano delle Certezze“

(3) Nel 1995 su indicazione delle organizzazioni della periferia il Consiglio Comunale di Roma adotta una delibera unica in Italia la 107/95 che permette ai Consorzi di Autorecupero di realizzare autonomamaente le opere di infrastrutturazione primaria (strade, fognature, illuminazione pubblica) e secondarie (scuole, servizi, ecc.), gli abitanti hanno così la possibilità di autogestire la realizzazione delle opere.