Mandrione it

La zona fu inizialmente occupata dagli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del ’43, che vi costruirono delle baracche sotto gli archi dell’acquedotto Felice quindi, dagli anni ’50, divenne famosa come zona di zingari e prostitute.
Il Mandrione è oggi una zona in graduale recupero, dove si alternano palazzi residenziali, officine, botteghe di artigiani, treni e l’onnipresente acquedotto.
Il Mandrione è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di Pier Paolo Pasolini che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per via del Mandrione e dintorni.

Di grande interesse l’inchiesta svolta nell’aprile del 1956 dall’antropologo Franco Cagnetta e dal fotografo Franco Pinna (1925-1978). Supportata dall’editore Giangiacomo Feltrinelli, fu seguita da vicino da importanti personaggi della cultura come Elsa Morante, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini.

Partiva, con la visita al Mandrione, un ampio progetto sulle borgate romane e si innestava su una ricerca di Giorgio Nataletti e Diego Carpitella sulle usanze coreutico-musicali degli zingari residenti nelle vicinanze della via Casilina. Le danze e le musiche rom furono perciò oggetto di una documentazione integrata, che associava le fotografie di Pinna alle registrazioni sonore.

Il progetto proseguì con la visita della zona delle prostitute, verso la via Tuscolana, giungendo fino alle baracche dell’Acquedotto Felice. La documentazione fotografica realizzata da Pinna in questo frangente viene ritenuta fra le più importanti di tutta la fotografia neorealistica.

Susanna Perin